Cosa insegna il Buddha

Gli insegnamenti del Buddha mostrano la vera natura sia dell’esistenza ultima sia di quella condizionata. Comprenderle entrambe rende possibile l’esperienza di una felicità durevole. Il buddhismo non proclama dogmi e, al contrario, incoraggia l’analisi critica. Attraverso l’uso di metodi appropriati, la comprensione intellettuale degli insegnamenti diventa un’esperienza diretta, e metodi ulteriori consolidano i risultati raggiunti durante la meditazione. La meta degli insegnamenti del Buddha è il pieno sviluppo del potenziale innato di corpo, parola e mente.

Gli insegnamenti buddhisti sono rimasti un dono liberatorio per l’umanità negli ultimi 2.500 anni. Partendo da una visione non-dogmatica, libera da divinità o comandamenti, offrono gli strumenti per rendere la propria vita significativa, essendo di beneficio agli altri e a se stessi. Specialmente oggi, grazie alla mentalità libera e indipendente delle nostre società e alla diffusione delle nuove tecniche di comunicazione, è diventato possibile raccogliere, organizzare e distribuire gli insegnamenti buddisti, vecchi e nuovi, in modo attraente e fresco.

Gli insegnamenti del Buddha sono come un diamante che riflette il colore dello sfondo su cui si trova, pur non mutando nella propria natura. Allo stesso modo, senza perdere la loro essenza, gli insegnamenti si sono adattati alle condizioni culturali di differenti società e periodi. Gli insegnamenti furono prima trasmessi in India per millecinquecento anni e successivamente in Tibet per altri mille anni. Oggi l’assenza di limiti della visione del Buddhismo della Via di Diamante, e i metodi che offre, risultano sempre più attraenti per le persone istruite e indipendenti delle diverse culture occidentali.

Le mete del buddhismo – Liberazione e Illuminazione

Nel processo che porta alla liberazione si scopre innanzitutto che corpo, pensieri ed emozioni sono in costante stato di cambiamento. Per questo motivo non esistono le basi dell’esistenza di un “io” o “sé” reale. Compiendo questa realizzazione, non ci si sente più un bersaglio e si smette considerare la sofferenza come un fatto personale. L’illuminazione è il secondo e ultimo passo. In questo stato, la chiara luce della mente irradia attraverso ogni esperienza. In ogni momento la mente gioisce delle proprie innate abilità e tutto diventa spontaneo e senza sforzo.

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Karma – La legge di causa ed effetto

Karma significa causa ed effetto, non destino. Comprendere che ciascuno di noi è responsabile della propria vita genera consapevolmente impressioni positive. In questo modo si creano le basi per una maggiore felicità, evitando le cause di sofferenze future. Gli stati positivi della mente possono essere efficacemente rafforzati attraverso i metodi della Via di Diamante, e le impressioni negative non ancora maturate possono essere trasformate in saggezza.

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Differenze tra i diversi livelli degli insegnamenti buddhisti

Il Buddha diede insegnamenti per tre diversi tipi di persone. Coloro che volevano evitare la sofferenza ricevettero le istruzioni su causa ed effetto (la “Via Piccola”, sanscr. Hinayana, anche nota come Theravada, la “Scuola degli Antichi o Anziani”). Coloro che erano dotati di maggiore energia e altruismo ricevettero gli insegnamenti su saggezza e compassione (la “Via Grande”, sanscr. Mahayana). Quando gli studenti avevano una forte fiducia nella propria e altrui natura di buddha, il Buddha insegnò la Via di Diamante (sanscr. Vajrayana) manifestandosi in forme di energia e luce oppure trasmettendo direttamente la sua visione illuminata come flusso di consapevolezza. A questo livello più alto, lo scopo è lo sviluppo completo della mente, la spontanea assenza di sforzo del Grande Sigillo (sanscr. Mahamudra). Attraverso i metodi del Buddhismo della Via di Diamante si impara a sperimentare il mondo da un punto di vista ricco e auto-liberante. Le meditazioni della Via di Diamante sviluppano una profonda ricchezza interiore e conducono a uno stato mentale non artificioso e stabile da cui può dispiegarsi ogni attività illuminata.

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Cosa è il buddhismo della Via di Diamante

La Via di Diamante offre al mondo moderno “metodi efficaci che portano alla diretta esperienza della mente”, come è stato insegnato da Lopon Tsechu Rinpoche, uno degli insegnanti più esperti del lignaggio che ha contribuito per oltre dieci anni, fino alla sua morte, a consolidare il buddhismo tibetano in Occidente. Si impara a sperimentare il mondo da un punto di vista ricco e auto-liberante. Le meditazioni della Via di Diamante sviluppano una profonda ricchezza interiore e portano ad una mente non-artificiale e stabile in cui ogni attività illuminata possa svolgersi.

Il termine ‘Via di Diamante’ è la diretta traduzione della parola sanscrita ‘Vajrayana’ e il suo equivalente tibetano è ‘Dorje Tegpa’. Ci sono diversi motivi per cui il diamante è stato scelto come simbolo di questo approccio. In primo luogo, il diamante è la pietra più perfetta e preziosa, e con esso sono designati i più alti insegnamenti dati dal Buddha. Inoltre, è la pietra più dura e possiede una luminosità naturale. Attraverso il diamante si fa quindi riferimento alle qualità innate della nostra mente: essa è indistruttibile – in quanto non è mai nata o creata – e è naturalmente radiosa – in quanto possiede la capacità di manifestare e sperimentare tutti i fenomeni. La fiducia di base che questa indistruttibile e radiosa chiarezza è la nostra vera essenza (chiamata “natura di buddha”) è il fondamento di ogni pratica buddhista della Via di Diamante. Attraverso la meditazione e l’applicazione della visione buddhista nelle nostre attività quotidiane, siamo in grado di sviluppare la forza e la chiarezza innata della mente. La Via di Diamante ci aiuta a scoprire e sviluppare la nostra ricchezza interiore per il beneficio di tutti gli esseri.

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