Glossario – C

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Campana
La campana rappresenta, in unione con il dorje, l’aspetto di saggezza della mente. Essendo la saggezza e i metodi un’unità inscindibile, dorje e campana sono usati insieme. La base della campana deve essere circolare. Al di sopra di essa si trova un vaso sormontato dal volto di Prajnaparamita e a seguire si trovano un fiore di loto, un disco di luna e infine un dorje. La bocca della campana simboleggia la saggezza che riconosce la vacuità . Il battacchio simboleggia il suono della vacuità. Il vaso simboleggia il vaso contenente il nettare della realizzazione.
Corona Nera
È un attributo del Karmapa. Simboleggia il potere di essere di aiuto a tutti gli esseri. Secondo la tradizione, migliaia di anni fa centomila dakini crearono questo campo di energia donandolo al Karmapa, quando raggiunse l’illuminazione. Tale campo di forza si trova sempre sopra la sua testa ed è visibile solo da esseri realizzati. All’inizio del XV secolo, l’allora imperatore cinese fece approntare una copia di questa corona che da allora è mostrata durante particolari cerimonie. La sola vista di tale copia ha il potere di aprire il subconscio dei presenti, permettendo al Karmapa di scambiare il suo illimitato spazio-consapevolezza con le inibizioni e le paure degli esseri, ponendo così i semi che porteranno alla liberazione dal circolo delle esistenze condizionate (sanscr. samsara). È un metodo per ottenere la liberazione attraverso la vista che solo il Karmapa è in grado di utilizzare.
Calendario

Il calendario tibetano è suddiviso in cicli maggiori della durata di sessant’anni. Ognuno di questi periodi maggiori è suddiviso a sua volta in cicli minori, di dodici anni ciascuno, indicati attraverso il nome di un animale:

  • coniglio
  • drago
  • serpente
  • cavallo
  • pecora
  • scimmia
  • uccello
  • cane
  • maiale
  • topo
  • bue
  • tigre

Due anni in successione sono identificati da uno dei cinque elementi:

  • fuoco
  • terra
  • ferro
  • acqua
  • legno

Il primo anno di ogni coppia è detto ‘maschile’ e il secondo ‘femminile’. Seguendo lo schema si ha ad esempio un anno maschile del ‘drago di terra’ seguito da un anno femminile del ‘serpente di terra’, seguito da una anno maschile del ‘cavallo di ferro’ e così via. Alla fine dei sessant’anni il ciclo si conclude e le combinazioni si ripetono.

Il calendario è stato introdotto nell’anno 1027 con l’anno del ‘coniglio di fuoco’. Il sedicesimo ciclo è terminato nel 1986 con l’anno della ‘tigre di fuoco’. Attualmente siamo nel diciassettesimo ciclo.

L’anno tibetano consta di dodici mesi lunari e dura 360 giorni. Per andare di pari passo con l’anno solare di 365,25 giorni ogni tre anni viene aggiunto un mese bisestile. Il mese bisestile viene calcolato secondo un particolare schema e il mese in oggetto viene semplicemente ripetuto. Ad esempio nel 1997 il quinto mese dell’anno del “bue di fuoco” è stato ripetuto.

Per trasformare una data tra il calendario occidentale e quello tibetano, il calendario più preciso è il “calendario tibetano della tradizione di Tsurphu” ideato dal terzo Karmapa Rangjung Dorje. A causa del mese bisestile il capodanno tibetano (tib. Losar) oscilla tra febbraio e marzo.

Ogni nuovo mese inizia con la luna nuova e la luna piena cade il quindicesimo giorno del mese.

Chagya Chenpo
Chakrasamvara
Chang Chub Kyi Sem
Changchub Dorje
[1703 - 1732] Il XII Karmapa nacque a Chile Chakhor, nella provincia Derge nel Tibet orientale. Lo Shamarpa, sentendo raccontare delle azioni del bambino prodigioso inviò una delegazione. I suoi inviati portarono il bimbo a Karma Gön, uno dei principali monasteri del Karmapa, dove incontrò lo Shamarpa Palchen Tschökyi Döndrub. I due passarono insieme il resto della loro vita. Viaggiarono e impartirono insegnamenti in Nepal, Sikkim, Bhutan, India e Cina. Morirono quasi contemporaneamente, ad un giorno di distanza l’uno dall’altro. Entrambi trasmisero gli insegnamenti del lignaggio kagyü all’VIII Situpa, nominandolo successivo detentore del lignaggio.
Channa Dorje
Chen resig
Chö
Chö Ku
Cho Nyi Bardo
Chödrag Gyamtso
[1454 – 1506] Il VII Karmapa Chödrag Gyamtso nacque a Kyilha nel Tibet settentrionale. Si racconta che subito dopo la sua nascita si asciugò il volto, dicendo “AH”, la sillaba sanscrita che simboleggia la verità assoluta della realtà. Il vicino monastero di Nyewo Ngarteng era guidato da Chö Paljor, uno studente del VI Karmapa. Egli sognò che il suo maestro era rinato a Kyilha. Si mise a cercare e trovò il bambino che aveva ormai una settimana. Il neonato riconobbe subito gli oggetti di proprietà del sesto Karmapa e mise le sue mani sul capo di Chö Paljor in segno di benedizione. Sette settimane più tardi fu portato a Arik Thang dove aveva insegnato Tongwa Donden. Il monastero è noto per il suo seggio, grande come un trono, fatto di lastre di pietra. Egli benedisse migliaia di persone che erano accorse per salutarlo. A quattro anni ottenne una serie di iniziazioni da Goshir Paljor Döndup e a otto ottenne a Karma Gön la trasmissione degli insegnamenti del lignaggio kagyü da Bengar Jampal Zangpo e Goshir Paljor Döndrup.
Venne invitato in diverse regioni del Tibet per dare insegnamenti e iniziazioni. Durante i suoi viaggi scrisse molti testi e commentari e guidò lo sviluppo degli studenti che viaggiavano con lui. Questi praticanti nomadi che dimoravano in tende – si racconta fossero migliaia – vivevano in rigorose condizioni seguendo l’impegnativo programma di studio e meditazione impartito dal Karmapa stesso. Presso la località di Nyriro Dong Tse incontrò il IV Shamarpa, a cui trasmise l’intera corpo degli insegnamenti. Un altro suo studente, Denma Drukchen Tashi Paljor, divenne il successivo detentore del lignaggio.
Chokhor Duchen
Nome del giorno in cui il Buddha iniziò a dare gli insegnamenti.
Chöying Dorje
[1798 - 1868] Il decimo Karmapa nacque a Khaytri Tang nella provincia del Golok, nell’estremo nord-east del Tibet. Fu individuato e insediato dal sesto Shamarpa, Chokyi Wangchuk, che gli conferì l’intera trasmissione kagyu. Il Karmapa viaggiò in tutto il Tibet, insegnando e cercando di migliorare le condizioni di vita della popolazione, fino a quando la sua attività fu ostacolata da alcune difficoltà nel frattempo emerse sul piano politico. Ngawang Lozang Gyamtso, il quinto Dalai Lama, era diventato nel frattempo il governatore del Tibet, ruolo che verrà mantenuto anche dalle sue successive reincarnazioni. A seguito di un patto intessuto con il sovrano mongolo Goshir Khan, si verificò una persecuzione settaria che indebolì gravemente la diffusione della dottrina kagyu in Tibet, e pose il Karmapa in tale difficoltà da costringerlo all’esilio. Viaggiando attraverso il Nepal, Burma fino alla regione dello Yunnan in China, Choying Dorje fece di necessità virtù e fondò numerosi monasteri lungo la via. Venti anni furono necessari affinché potesse ritornare in patria. Choying Dorje identificò il settimo Shamarpa, Yeshe Nyingpo e, dopo avergli conferito l’intera trasmissione kagyu, lo scelse come successivo detentore del lignaggio.
Chokyi Drakpa Yeshe Pal Zangpo
[1453 - 1524] Il IV Shamarpa nacque nella provincia Treshö del Kham, nel Tibet orientale. A Tresho Kangmar, suo luogo di nascita, si manifestarono eventi straordinari, che provocarono molta curiosità e speculazioni nelle comunità locali. Il VII Karmapa, Chodrag Gyamtso, aveva sette anni quando stabilì il suo campo vicino a Kangmar, rimanendo in ritiro mentre inviò un suo attendente per invitare lo Shamarpa. Questo monaco erudito era Paljor Döndrup, il primo Gyaltsap Rinpoche, un uomo di straordinaria realizzazione. Più tardi divenne l’insegnante dello Shamarpa. L’incontro tra il Karmapa e lo Shamarpa fu il rinnovarsi di un legame molto stretto, paragonabile al gioioso ritrovarsi di padre e figlio. Il Karmapa insediò il giovane Shamarpa con il nome di Chökyi Drakpa Yeshe Pal Zangpo, restituendogli la Corona Rossa. Il Karmapa propose che da allora in poi entrambi avrebbero diffuso il dharma, ma in parti differenti del paese. Lo Shamarpa sarebbe rimasto nell’area di Kongpo, nel Tibet meridionale, mentre il Karmapa proseguì verso il Kham orientale. Anni dopo si incontrarono nuovamente a Tresho Kangmar. Lo Shamarpa arrivò con molte offerte e il Karmapa gli trasmise le iniziazioni di Mahamudra, dei sei insegnamenti di Naropa e di molti altri importanti insegnamenti del lignaggio kagyü.
Chopal Yeshe
[1406 - 1452]. Il terzo Shamarpa aveva appena cinque mesi e senza difficoltà già riconosceva i monaci che gli erano stati vicini nella sua precedente incarnazione. Ciò indicò come il bimbo fosse la reincarnazione che tutti attendevano con ansia. Un anno più tardi su invito dei suoi monaci egli si stabilì nel monastero di Takse, una delle principali sedi dello Shamarpa nei secoli precedenti. Qui egli studiò sotto la guida di grandi maestri, come Palyül Chözang e Wön Drakpa.
All’età di otto anni incontrò il quinto Karmapa, Deshin Shegpa, e rimase al suo fianco ricevendo tutti gli insegnamenti kagyü, incluse la trasmissione di numerose iniziazioni e testi rituali. Dopo questo periodo di intenso studio e pratica, il Karmapa autorizzò pienamente lo Shamarpa nella sua qualità di insegnante.
Quando manifestò le sue qualità di chiaroveggenza, la sua fama si diffuse rapidamente fino in Cina. Lo Shamarpa poteva vedere chiaramente e in dettaglio tutte le sue vite passate e ciò affascinò l’imperatore cinese. Il fatto che lo Shamarpa in una sua precedente incarnazione fosse stato l’insegnante del quinto Karmapa, rese ancora più intenso il desiderio di rinsaldare la loro relazione. L’imperatore inviò in una zona distante del Tibet un ministro con dei regali per lo Shamarpa. Arrivarono statue di buddha e di Dorje Chang fatte del metallo più prezioso e lo Shamarpa descrisse l’importanza della generosità in una lettera di ringraziamento. Lo Shamarpa guidò il monastero di Kong-Po in qualità di rappresentante del Karmapa, sulla base dei principi buddhisti fondamentali e prendendosi cura dei bisogni della comunità locale.
Chörten
Chiara luce
Espressione della natura non condizionata dei fenomeni che pervade il samsara e il nirvana. Si manifesta spontaneamente durante il processo della morte e – generalmente sulla base delle esperienze meditative precedenti - può essere riconosciuta come la vera natura della propria mente.
Compassione
Denota l’attitudine per la quale la felicità degli altri esseri è più importante del nostro beneficio personale. La compassione è sempre affiancata dall’amore. Mentre la compassione consiste nel desiderio che tutti gli esseri siano liberi dalla sofferenza e dalle sue cause, l’amore indica il desiderio che gli esseri siano felici. Ci sono diversi metodi per sviluppare la compassione (e.g. l’attitudine illuminata).
Nel Mahayana e nel buddhismo della Via di Diamante lo sviluppo della compassione è essenziale.
Saggezza e compassione sono indivisibili nel buddhismo Mahayana e lo sviluppo della compassione conduce alla realizzazione della vacuità. Il XVI Karmapa Rangjung Rigpe Dorje disse: ”La vera essenza della vacuità è la compassione. Senza aver sperimentato la pienezza della compassione, non ha alcun significato se qualcuno afferma di aver riconosciuto la vacuità.”
Completamento, fase di
[tib. dzog rim] Fase della meditazione nel buddhismo della Via di Diamante, nella quale l’aspetto di buddha si fonde in noi. È una meditazione diretta sulla natura della mente per realizzare la profonda comprensione dell’essenza di ogni fenomeno.
Condizionata, esistenza
Sinonimo di “ciclo dell’esistenza” o samsara.
Consapevolezza
[tib. rig pa] L’abilità fondamentale della mente di sperimentare, di essere cosciente. Con il termine tibetano rang rig si indica l’aspetto interno di ogni percezione nella sua forma pura (i.e. non concettuale). In alcuni contesti è usato come sinonimo di saggezza. Da non confondere con il funzionamento dualistico (i.e. coscienza) della mente non liberata.
Coscienza
Modo funzionale della mente che denota lo stato in cui la mente è diretta verso un oggetto. Ciò significa che qualcuno è cosciente di qualcosa o di un aspetto della mente. Nella Via Grande (Mahayana) vengono insegnati otto tipi di coscienza: quella della vista, dell’udito, dell’olfatto, del gusto, del tatto e del pensiero, dell’ego (coscienza velata) e la coscienza deposito (coscienza di base fondamentale).
Coscienza, flusso di
La sequenza ininterrotta di momenti chiari e consapevoli di esperienza che procede senza soluzione di continuità attraverso questa vita, lo stadio intermedio tra morte e rinascita e le vite future.
Consorte
[tib. yum] Aspetto di buddha femminile in unione con un aspetto maschile (tib. yab). Esprime la saggezza che è inseparabile dai metodi o dalla compassione rappresentati dall’aspetto maschile.
Cosmologia

Nel buddhismo esistono diverse cosmologie. La tradizione Theravada, Mahayana, del Kalachakra e della Mahamudra hanno diversi modi di osservare e spiegare il mondo. Anche l’estensione dell’universo è spiegata in modo diverso e tutte queste teorie sono a loro volta molto differenti rispetto alla visione dell’astrofisica moderna.

  • Nella cosmologia Theravada esiste solo un mondo: il nostro. Al suo centro si trova il monte Meru circondato da catene montuose e quattro continenti principali. Il continente meridionale “Jambu” (India) è il luogo in cui tutti noi viviamo. Gli altri continenti sono anch’essi abitati, ma Jambu è l’unico posto in cui gli esseri possono maturare spiritualmente. Con azioni positive il karma degli esseri può colmarsi di buone impressioni. Senza inizio o fine, i mondi si manifestano e scompaiono uno dopo l’altro sulla base del karma degli esseri senzienti.
  • Nella cosmologia del Mahayana la struttura del mondo (Monte Meru, quattro continenti) è uguale a quella del Theravada. Ma non esiste solo un mondo, il numero degli universi è infinito. Essi sono ordinati gerarchicamente. I mondi ordinari sono creati sulla base del karma, le cosiddette ‘terre pure’ sono i campi di forza dei buddha e dei bodhisattva e si manifestano sulla base della loro compassione. Anche in questo caso non c’è un punto d’inizio né spaziale, né temporale. I mondi ordinari si manifesteranno e si dissolveranno fino a quando tutti gli esseri non saranno liberi dalla sofferenza dell’esistenza condizionata.
  • La cosmologia del Kalachakra descrive in maniera leggermente diversa il mondo. Cerca di integrare macrocosmo e microcosmo in un sistema coerente e include inoltre un sistema astrologico.
  • Nella Mahamudra non vi è una cosmologia: si parla di “non cosmologia”. Nelle cosmologie precedentemente descritte la causa della creazione e distruzione dei mondi è il karma. La Mahamudra definisce l’universo come purezza primordiale. Tutto ciò che viene sperimentato è solo un’espressione dello stato puro della mente.
Creazione o Costruzione, fase di
Nel buddhismo della Via di Diamante indica la fase della meditazione in cui si crea un’immagine mentale di un aspetto di buddha. Questa fase è usata principalmente per sviluppare calma e chiarezza mentale.
Cerimonia della Corona nera
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