Che tipo di felicità state cercando?

Cari amici, che cosa sappiamo veramente sulla felicità? Da un punto di vista buddhista, tutti gli esseri senzienti, animali inclusi, cercano la felicità. Abbiamo un istinto subconscio che ci indirizza a ricercare la felicità – sebbene molti di noi non abbiano un’idea precisa su che cosa sia o su come fare a realizzarla.

Da un punto di vista buddista, ci sono due tipi di felicità: la felicità emotiva e la felicità senza tempo. Per esempio, la felicità emotiva potrebbe essere assimilata al trovare sollievo dal freddo, oppure al raggiungere maggiori fonti di guadagno, di posizione, o di status. Naturalmente non c’è nulla di sbagliato in questi tipi di felicità ‘mondana’, però riflettendoci possiamo capire che tutti questi esempi sono per loro natura temporanei. La felicità emotiva non dura. Quindi, la felicità senza tempo si rivela come qualcosa che è molto importante da cercare.

La felicità senza tempo

La felicità senza tempo si ottiene dalla comprensione delle nostre qualità intrinseche, come la compassione e la gentilezza amorevole, e dall’acquisizione di saggezza riguardo alla nostra autentica natura. Quando riflettiamo sulla natura di questo tipo di felicità, scopriamo qualcosa di immutabile, permanente e che perciò val la pena di ricercare.

Potremmo essere un po’ confusi dall’idea di ‘felicità senza tempo’. Dopo tutto siamo così connessi alla felicità emotiva che ci offre gratificazioni istantanee ogni giorno. La felicità senza tempo, pur così apparentemente nobile e meravigliosa, è veramente visibile e fruibile nella vita di ogni giorno?  In effetti, sì!

La felicità in famiglia

Mia nonna, ora defunta, ha condotto una vita molto semplice come madre di mio padre. Il modo in cui ha vissuto la sua vita però è per me indimenticabile ed è forse il mio miglior esempio personale di felicità senza tempo. Non aveva particolari responsabilità che si potrebbero ritenere ‘sorprendenti’ o `interessanti`, era semplicemente una madre che praticava gentilezza amorevole e altre qualità di base della vita, e del suo modo di essere. Mi sono accorto che, indipendentemente da chi stesse parlando con lei, indipendentemente dal tipo di situazioni in cui si trovava, lei aveva un atteggiamento immutabile rispetto alla vita. Con chiunque la incontrasse lei si comportava sempre in maniera gentile e premurosa, proprio come una madre. Visivamente, si poteva vedere e verbalmente, si poteva sentire. Tutte le sue parole erano estremamente cordiali e gentili. Naturalmente tutte quelle qualità scaturivano dalla sua coscienza.

In quanto Karmapa, naturalmente io conduco la vita di un praticante spirituale, ma ho imparato così tanto dal modo in cui lei si comportava, da come manteneva il proprio atteggiamento nei confronti della vita. Questo ricordo è per me molto prezioso perché mi aiuta a tener presente che la felicità senza tempo è visibile ed evidente in tutti noi. La felicità che cerchiamo è già qui. Allora questo esempio mi aiuta sempre, mi fa nascere sempre un sorriso sul volto e nel cuore.

 

Il Buddha e la felicità

Sono certo che ognuno di voi ha simili esperienze, ricordi che riaffiorano. Da un punto di vista buddhista si dice che il potenziale, il seme e la qualità della vera felicità o illuminazione, è tutto lì nel centro di ogni essere senziente.

Perciò è importante non considerare la felicità senza tempo come qualcosa di distante o irraggiungibile, oppure come qualcosa da festeggiare in speciali occasioni e da lasciare sulla mensola per il resto dell’anno. Al contrario, la felicità senza tempo è qualcosa in cui possiamo veramente sentirci coinvolti, qualcosa di cui possiamo far parte, non importa che tipo di vita stiamo vivendo, non importa che tipo di condizioni possiamo avere. Ma innanzitutto bisogna notarla.

I benefici derivanti dal fare il primo passo per realizzare la felicità senza tempo sono espressi implicitamente nelle stesse parole ‘senza tempo’. Dal punto di vista buddhista tali benefici sono nobili, dignitosi e virtuosi fin dall’inizio. Sono nobili, dignitosi e virtuosi nel mezzo. E sono nobili, dignitosi e virtuosi anche alla fine – non solamente in questa vita, non solamente in seguito, ma proprio fino alla fine, cioè finché non abbiamo sviluppato completamente, realizzato perfettamente la felicità senza tempo.

Dal punto di vista buddhista, il miglior esempio di questa felicità immutabile non potrebbe essere altro che lo stesso Buddha. La parola ‘buddha’ [N.d.T.: in sanscrito] significa ‘essere illuminato’, ‘essere pienamente risvegliato’. Se pensiamo per un attimo al modo in cui il Buddha ha ricercato e infine realizzato la felicità senza tempo, è lo stesso modo in cui lo facciamo noi al giorno d’oggi: riflettendo e analizzando le cause e le condizioni della felicità.

Analisi della felicità

L’unico modo per poter esaminare veramente la felicità consiste nel guardare a fondo dentro noi stessi, al nostro modo di vivere, al modo in cui ci comportiamo, ai comportamenti e abitudini quotidiane. Fare ciò ci aiuta a capire meglio noi stessi. Se capiamo meglio noi stessi, capiamo meglio anche gli altri.

Tutti noi abbiamo le qualità di base necessarie per conseguire la felicità; tutti noi condividiamo tale potenziale, semplicemente perché siamo tutti consci. Abbiamo tutti gli stessi auspici e aspirazioni dato che stiamo tutti cercando la felicità.

Se si guarda alla vita del Buddha, è molto chiaro che lui avrebbe potuto avere – e in effetti aveva già – tutto ciò che poteva desiderare dalla vita mondana. Però dopo attente analisi poteva vedere chiaramente che qualunque sensazione o situazione stesse vivendo – non importa quanto piacevole o soddisfacente – era comunque temporanea. Vedeva chiaramente che ottenere questo tipo di esperienze, ciò che qui chiamiamo felicità emotiva, non è mai un obbiettivo definitivo o tantomeno prioritario. Pertanto abbandonò quello stile di vita alla ricerca di qualcosa di duraturo, qualcosa di immutabile. Questa è la pratica di chi studia la vita e il percorso del Buddha: la pratica della felicità senza tempo.

Alla luce di tutto ciò, per cercare la felicità bisogna proprio cambiare radicalmente il modo in cui viviamo? Dobbiamo proprio rinunciare e abbandonare le cose della nostra vita? Naturalmente potremmo avere domande e dubbi di questo tipo. Io direi che è tutta una questione di atteggiamento – il modo in cui vogliamo vivere la nostra vita. Dipende tutto dalle nostre priorità e dal nostro obiettivo finale. Se la nostra priorità è cercare la felicità senza tempo, la prima cosa da fare è riflettere.

Cinque minuti al giorno

È utile riflettere ogni giorno su ciò che stiamo realmente cercando, le condizioni che abbiamo racimolato finora e i metodi che abbiamo impiegato fino a questo punto. Non c’è alcun danno nel prendersi ogni giorno un po’ di tempo libero dai propri impegni. Possiamo cominciare prendendoci solamente cinque minuti al giorno – non è molto – e questa pratica in sé non ha bisogno di metodi particolarmente intensivi o procedure rigorose. Ci serve solamente stare seduti – o anche in piedi – in un luogo in cui ci sentiamo a nostro agio, silenzioso e pacifico.

Poi semplicemente meditate e riflettete, con uno stato calmo di mente e corpo. Riflettete sulle ultime ventiquattro ore – niente di più – riflettete su che cosa è successo esattamente. Fatelo in maniera non emotiva, priva di giudizi. Nel fare questo c’è così tanto beneficio. Capirete molto di più su voi stessi e sui vari aspetti interessanti della vostra vita. Aiuterà non solo a rendere più lucida la vostra memoria, ma vi condurrà anche a comprendere meglio voi stessi e la vera natura della felicità.

Incoraggio tutti voi a provare. Io seguo questa pratica più che posso e mi porta decisamente molti benefici. Mi aiuta a comprendere esattamente dove sono, che cosa mi è successo nel passato e mi aiuta perfino a capire che cosa potrebbe succedere, le possibilità. In tal modo questa semplice pratica può aiutarci a capire il passato, il presente e il futuro. Ci sentiamo fiduciosi e possiamo giungere a una comprensione intuitiva della felicità.

Spero che questo sia utile per tutti voi. Io offro i miei auspici e preghiere affinché tutti noi siamo in grado di conseguire la felicità senza tempo. Prego che tutti noi otteniamo chiarezza e che tutti troviamo le condizioni per apprezzare le nostre connessioni. Prego che coltiviamo le condizioni per realizzare il nostro potenziale, il legame che tutti abbiamo, per esempio il legame della famiglia, il legame degli amici. E prego che questo faccia accrescere non solo la felicità emotiva, ma anche la felicità senza tempo nel nostro mondo.

 

XVII Karmapa Thaye Dorje, 12 aprile 2015

 

Questa è una trascrizione redatta di un discorso pubblico di Thaye Dorje, il XVII Gyalwa Karmapa, in occasione della Giornata Internazionale della Felicità promossa dalle Nazioni Unite e pubblicata su Huffington Post Uk.

 

Print Friendly
Questa voce è stata pubblicata in News e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.