Meditare, indubbiamente…

Hannah Nydahl

Domanda: Si può essere consapevoli del proprio stato meditativo?

Lama Hannah Nydahl: Dopo aver raggiunto il livello della comprensione intuitiva, non ci sono più dubbi. C’è l’esperienza completamente autentica e genuina della natura assoluta della mente. Se c’è ancora il dubbio, non sei ancora a quel punto e ci sono ancora molte illusioni sulle esperienze meditative. Si può pensare di avere avuto un’esperienza autentica quando non è così. Ma appena succede veramente: lo sai. È uno stato mentale completamente diverso. L’approccio migliore è non cercare mai di interpretare o giudicare le diverse esperienze che sorgono in meditazione. Semplicemente, ignorale tutte: con questo approccio non puoi mai sbagliare.

Ci sono errori se si rimane impigliati, se c’è qualche tipo di esperienza e ci si costruisce sopra, se si cerca di entrare nelle esperienze, se si cerca di trattenerle, se ci si mette a interpretarle alla ricerca di qualche significato. La mente sa essere creativa in molti modi diversi e questo facilmente può indurre grossi errori. È molto meglio perfino non parlarne molto. Le proprie esperienze meditative non sono argomenti appropriati di conversazione a tavola per cena. Se ci sono domande, se ne dovrebbe parlare con il proprio insegnante, ma non si dovrebbe mai usarle come argomento di gossip. Altrimenti, parlandone sempre con tutti, poi svaniscono e questo non è utile: disturba la propria meditazione, il proprio sviluppo. Anche se può essere molto eccitante e si vuole condividere con altri, si creano ostacoli per chi ci ascolta: quando si sentono troppe cose sulle esperienze che altri hanno o non hanno, si può cominciare a pensare che deve funzionare in un certo modo o in un altro. Semplicemente non è utile avere troppe idee preconcette sul tipo di esperienze che dovrebbero apparire in meditazione.

Il come si medita e i risultati che appaiono sono cose individuali. Meno concetti ci sono al riguardo e meglio è, la meditazione funziona meglio per te. Questa è anche la ragione per cui non si dovrebbe mai parlare in dettaglio del Phowa. Per non rubare la freschezza a chi non ha ancora potuto fare questa pratica.

 

[estratto da un insegnamento tenuto da Hannah Nydahl e Manfred Seegers presso il centro buddhista di Karma Guen, Malaga, Spagna]

 

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